“Purtroppo si fa fatica a coniugare religione, sacro, sensibilità spirituale, divinità con Islam. Dispiace vedere sempre l’Islam associato a qualcosa di altro: arabo, deserto, turismo esotico, orientalismo, tappeti persiani, ceramiche, datteri, danzatrici, oppure straniero, immigrato, clandestino, lavoratore senza contributi, maschilista, terrorista. Raramente si sente parlare dei musulmani come studenti o professionisti in regola, onesti marito e moglie, padre e madre, fratello e sorella, maestro e discepolo, persona che prega Dio, digiuna per Dio, aiuta i poveri per Dio, vive secondo giustizia ed è grato a Dio, cittadino di cultura europea che crede in Dio! Eppure la maggioranza delle persone musulmane in Italia e in Europa sono persone semplici, che corrispondono proprio a queste categorie, proprio come i fratelli e le sorelle della comunità cristiana ed ebraica continuano a esserlo da secoli”.
“Il riconoscimento di un nucleo di Islam italiano ed europeo che sia caratterizzato dalla vocazione spirituale, dalla preparazione dottrinale teologica comparata e dalla coscienza profonda della cultura italiana e della filosofia occidentale (con il contributo persino dei sapienti musulmani!) può rappresentare veramente un passo importante verso l’orientamento e la realizzazione di un’armoniosa integrazione anche del credente musulmano tra i credenti e del cittadino musulmano tra i cittadini”. |
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