Guide religiose cristiane e musulmane unite per denunciare l’ISIS e le violenze in Iraq e in Siria

VIENNA, 4 settembre 2016


Traduzione a cura della COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana

VIENNA, 19 NOVEMBRE. In una dimostrazione di solidarietà multi-religiosa senza precedenti, si sono oggi riuniti vari rappresentanti musulmani, cristiani e appartenenti ad altre comunità religiose dall’Iraq, dalla Siria e dalla regione Medio Orientale più in generale, per denunciare insieme tutte le violenze perpetrate in nome della religione e per lanciare un appello alla comunità internazionale per la protezione della diversità culturale e religiosa in Iraq e in Siria.

Rappresentanti religiosi sunniti, sciiti, cristiani, mandei e yazidi provenienti dal Medio Oriente hanno stipulato congiuntamente la Dichiarazione di Vienna, «Uniti contro la violenza in nome della religione», in occasione della conferenza internazionale organizzata dal KAICIID Dialogue Centre.

  • la prima volta che un numero così grande di rappresentanti religiosi di diverse fedi provenienti da una regione in crisi si sono uniti per denunciare l’oppressione, la marginalizzazione, la persecuzione e l’uccisione di persone in nome della religione.

Parlando a nome delle guide religiose presenti a Vienna, un rappresentante ha detto:

«Ci siamo riuniti qui oggi dai paesi arabi e da tutto il mondo in veste di autorità religiose, alla presenza di funzionari governativi, intergovernativi e della società civile, per elevare un appello comune al Dio Onnipotente, che possa darci la forza di adempiere alle nostre responsabilità in quest’epoca. Nonostante la concomitanza di circostanze storiche difficili, restiamo sinceramente fedeli alle nostre convinzioni, coerenti con gli insegnamenti della nostra religione e coscienti dei nostri valori umanitari.»

«Ci troviamo insieme per ascoltarci l’un l’altro e pensare a nuove possibilità di cooperazione, per superare questa crisi. Sarà grazie al dialogo e alla crescita dei nostri rispettivi valori di cittadinanza che si aprirà la porta della speranza e dell’aspirazione. Dobbiamo abbattere le barriere della paura, del risentimento e dell’ingiustizia che dividono i popoli e annullano i sogni di speranza e di pace.»

I rappresentanti religiosi hanno ribadito che l’attuale conflitto in Siria e in Iraq colpisce i fedeli di ogni religione. Gli stessi rappresentanti hanno anche rifiutato ogni violenza compiuta nel nome della religione e ogni pretesa da parte di gruppi quali l’ISIS di legittimare le proprie azioni sulla base degli insegnamenti dell’Islam. Inoltre condannano le gravi violazioni dei diritti umani commesse in Siria e in Iraq, in particolare contro cristiani, yazidi e altri gruppi etnici e religiosi.

I rappresentanti religiosi sottolineano il diritto di ciascuno ad essere trattato con dignità e umanità indipendentemente dalla sua tradizione religiosa. Le atrocità commesse in nome della religione sono crimini contro l’umanità e contro la religione. La Dichiarazione inoltre rigetta e denuncia ogni supporto o possibilità di sponsorizzazione del terrorismo.

Uniti, i rappresentanti religiosi hanno espresso la loro solidarietà nei confronti di coloro che sono oppressi a causa di tali eventi, specialmente quanti sono stati costretti ad abbandonare le proprie case, ed hanno richiesto alle autorità politiche e alla comunità internazionale di non risparmiare alcuno sforzo che possa permettere a tali persone di tornare nelle loro case.

Dopo la conclusione dell’incontro, Faisal Bin Muaammar, Segretario Generale del KAICIID ed organizzatore internazionale della Conferenza, ha affermato che «la manipolazione della religione in Iraq e in Siria ha terribili conseguenze dal punto di vista umano. Oggi siamo testimoni di una possibilità di speranza: la risoluta convinzione da parte di guide religiose appartenenti a diverse fedi di affermare con una sola voce che l’ISIS e altri gruppi terroristici non agiscono in nome della religione.»

«Il KAICIID Dialogue Centre è onorato di aver riunito questi rappresentanti religiosi e si impegna a lavorare con essi e con i propri partner nella comunità internazionale per aiutare il ristabilimento della pace per le persone che soffrono nella crisi e per promuovere tale messaggio nel mondo»

I partecipanti della Conferenza «Uniti contro la Violenza in Nome della Religione» auspicano la promozione di iniziative volte a promuovere la coesione sociale e la coesistenza pacifica nella regione. Lo sviluppo di tali iniziative sarà presieduta da un comitato interreligioso permanente e da gruppi di lavoro appartenenti a istituzioni impegnate nel dialogo interreligioso.

La Dichiarazione finale è sostenuta dai rappresentanti religiosi che hanno preso parte alla Conferenza «Uniti contro la violenza in nome della religione»

Fra coloro che hanno partecipato alla Conferenza erano presenti i Gran Mufti di Egitto (Sheikh Shawqi Ibrahim Alam), di Giordania (Sheikh Abdul Karim Al Khasawneh) e del Libano (Sheikh Abd Al Latif Derian); il Patriarca Gregorio III Laham, Patriarca di Antiochia, di tutto l’Est e di Gerusalemme; il Patriarca Ignatius Youssef Younan di Antiochia e di tutto l’Est per la Chiesa Cattolica Siriaca; il Patriarca Louis Raphael I Sako, Patriarca Cattolico Caldeo di Babilonia e capo della Chiesa Cattolica Caldea; Anba Marcos Vescovo di Shobra El Khema, rappresentante di Sua Santità Papa Tawadoros II, Papa di Alessandria e Patriarca del Seggio di San Marco, capo della Chiesa Ortodossa Copta d’Egitto; e il Metropoliita di Germania Isaac Barakat, rappresentante del Patriarca Yohanna X (Yazigi) Patriarca Greco Ortodosso di Antiochia e di Tutto l’Est.

Erano inoltre presenti all’evento alti rappresentanti della Chiesa Armena Ortodossa; il Consiglio dei Saggi dell’Arabia Saudita; la Comunità Libanese Drusa Mowahiddoun; la Comunità e il Consiglio Religioso degli Yazidi; la Comunità Evangelica del Libano; l’Associazione dei Musulmani Iracheni; il Patriarca Maronita di Antiochia e di tutto l’Est, di Alessandria e di Gerusalemme; la Comunità Mandea Irachena; la Chiesa Greca Cattolica Melkita, il Consiglio delle Chiese Medio Orientali, la Comunità Protestante Egiziana e molti altri ancora.

Tra le organizzazioni rappresentate alla Conferenza Internazionale ricordiamo: il Consigliere Speciale per la Prevenzione dei Genocidi delle Nazioni Unite, UNDP Iraq, UNDPA, la Commissione Europea, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, la Adyan Foundation, il Gruppo per il Dialogo Islamo-Cristiano, il Consiglio Interreligioso Iracheno, il Forum per la Promozione della Pace nelle Società Musulmane, l’Istituto Iracheno per i Diritti Umani e la Khoei Foundation.