Il cibo dello Spirito, EXPO Milano 2015 – Intervento dell’imam Yahya Pallavicini in occasione della firma della Carta di Milano

MILANO, 1 settembre 2015


Autorità, cari colleghi, gentili signore e signori,

sono lieto di rispondere al gentile invito di Mons. Luca Bressan, responsabile per l’Ecumenismo e il Dialogo della curia di Milano, e di Exponet per rappresentare il saluto e l’adesione della COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana e della Moschea al-Wahid di via Meda a Milano alla firma della Carta di Milano Expo 2015.

I contenuti di questa Carta ci richiamano agli insegnamenti della dottrina e dei maestri sulla nostra comune e fraterna responsabilità di vicari di Dio sulla terra e sul valore di un sano rapporto tra l’uomo e la natura, la terra, l’acqua e il cielo, la sete e la fame, l’alimentazione spirituale e materiale.

L’ultima volta che sono stato ospite dell’Expo era durante il mese di Ramadan, su invito del Commissario Giuseppe Sala e del Ministro Bruno Pasquino, per un evento rivolto a tutti i padiglioni delle Nazioni presenti a questa edizione dell’Esposizione Universale e più in particolare dedicato ai rappresentanti del mondo islamico che al tramonto interrompevano il loro digiuno rituale.

È stata l’occasione per presentare il simbolismo dell’astensione da cibi e bevande e per condividere insieme la benedizione della convivialità interpretata con una sensibilità per il sacro, nel ricordo di Dio che dà la vita e rinnova la creazione in ogni istante. Ho così avuto modo di presentare il volto autentico dei religiosi e la nostra attenzione alla ritualità del nutrimento come momento di discesa della grazia e distribuzione dei benefici sui vari piani dell’essere umano.

Questa armonia che ogni credente gusta al momento del pasto quotidiano è il frutto di un processo che inizia con il ciclo della vita e con la convergenza di molteplici coltivazioni, trasformazioni, attenzioni che permettono a diversi ingredienti ed elementi di varia natura di concorrere alla soddisfazione delle esigenze di fame e di sete dell’uomo. Si tratta della relazione del macrocosmo di questo mondo che comunica con il microcosmo dell’uomo.

Ma la stessa armonia, deve essere riconosciuta sia nella ricchezza delle varie tradizioni alimentari che nella straordinaria sintesi che ogni uomo vive, a sua volta, come microcosmo dell’umanità e del mondo rispetto al macrocosmo dell’Universo di Dio.

Tutte le religioni, e l’islam tra queste, hanno proprio la funzione di ricordare ai credenti questa dimensione primordiale della natura e dell’ambiente che ci circonda e che ci nutre nella misura in cui l’uomo riesce a centrare la sua funzione di servizio, di rispetto e di collegamento tra i mondi.

Proprio durante il mese di Ramadan, quando la nostra comunità si concentra nella preghiera e nel digiuno, senza mai abbandonare le responsabilità quotidiane e l’attenzione al prossimo, abbiamo tratto beneficio dalla lettura e dalla conseguente meditazione della Enciclica LAUDATO SI’ di Papa Francesco e sono lieto, per concludere, di leggere alcuni estratti di una lettera inviata al Pontefice da parte del mio nobile padre e maestro shaykh Abd al-Wahid Pallavicini.

«“Se i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi, la crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore”. Siamo molto colpiti dalla straordinaria sintesi di questa frase che integra una citazione di Benedetto XVI con il Suo paragrafo 217 sulla Conversione ecologica.

Proprio questa sintesi infatti può essere, per ogni uomo e donna di buona volontà, la motivazione di una provvidenziale e autentica conversione: riconoscere la propria crisi, il deserto esteriore ed interiore, per rispondere ad una vocazione, “puntare su un altro stile di vita”, avere il coraggio di cambiare mentalità verso un ri-orientamento tradizionale dell’essere, conformemente a ciò che Lei, Santità, ricorda giustamente nel “modello di san Francesco d’Assisi, per proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione integrale della persona”.

Il nostro spazio rituale vuole essere un’Oasi, come direbbe il Cardinale Arcivescovo Angelo Scola, per la meditazione, l’approfondimento teologico e il confronto, aperto alla città e alle creature.»

L’augurio è che da questa Carta di Milano Expo 2015 si possa irradiare una nuova oasi di cambiamento di quella mentalità decaduta che viola e aggredisce le risorse naturali, non rispetta l’identità dell’uomo e ignora il richiamo atemporale delle religioni. Un’oasi veramente ecumenica e interreligiosa dove fraternamente ci si possa dissetare e nutrire sia spiritualmente che praticamente e sostare ritrovando le corrispondenze con la dinamica dell’armonia divina e ispirare le sane ricadute tra tutti i popoli della terra.

Imam Yahya Pallavicini
Moschea al-Wahid, Milano