Un'elemosina mondiale dal mondo islamico


Dichiarazione sull’iniziativa di solidarietà e sostegno umanitario per l’emergenza Coronavirus

In questi giorni critici per la storia dell’umanità, in cui vediamo il mondo devastato dal contagio del Coronavirus che si lascia dietro morte, miseria e peggioramenti di problematiche socio-economiche, siamo ancora più consapevoli della necessità urgente di raggiungere un accordo globale che sia efficace e forte, per affrontare le sfide e i pericoli che minacciano l’umanità e il suo futuro su questo pianeta.

Partendo dalla nostra responsabilità umana e da una condotta morale condivisa, invitiamo tutti gli ulema e intellettuali musulmani a unirsi agli sforzi benedetti compiuti dalle autorità nazionali, internazionali, regionali e dalla società civile in vari campi. Incoraggiamo tutti a compiere il loro dovere religioso, umano e morale, al fine di resistere a questa epidemia mortale che sta lasciando il segno nell’uomo, nella sua vita sociale, nelle economie del mondo e persino in quasi tutti i sistemi di vita; un’epidemia che affligge i poveri e aumenta la loro sofferenza a causa delle restrizioni che impone in termini di risorse e mezzi di sussistenza.

Allo stesso modo chiediamo di consolidare l’iniziativa presa dal principe El Hassan bin Talal attraverso il suo appello “La solidarietà e il risveglio della coscienza umana”, e di concretizzare gli sforzi fatti a favore di un progetto sull’ “universalità della Zakat” al quale Sua Maestà chiama da molti anni, allo scopo di istituire un’organizzazione mondiale per la Zakat e il sostegno reciproco, in particolare con l’avvicinarsi della conferenza internazionale che il Forum del Pensiero Arabo ha programmato per il mese di Ramadan dal titolo: “Universalità della Zakat: Dimensioni e Manifestazioni Istituzionali”.

Il progetto di questa conferenza fa parte di un approccio globale della Zakat come opera di beneficienza per tutta l’umanità, con l’obiettivo di infondere nuova vita alla responsabilità morale e umana, e farne perciò motore fondamentale e criterio normativo per la nostra azione.

In questa fase oscura della storia umana, spetta a noi riformare noi stessi attraverso la ricerca costante del beneficio tratto da una riflessione continua sulla verità della fede e della pace interiore, vegliare sull'integrità dei cuori e ravvivare la consapevolezza comune che ci spinge a rafforzare i valori che accrescono la dignità dell'essere umano, a prescindere da nazionalità, sesso, colore e religione.

Oggi ci troviamo ad affrontare un'immensa sfida per la ragione e l'esistenza umana. La nostra mente è ferma e confusa di fronte a un virus mortale, la cui forza e gravità colpiscono indiscriminatamente le sue vittime. Tutto questo ci conferma che forse la tragedia umana unisce i popoli più di quanto il linguaggio di pace e quello del guadagno non facciano.

Ognuno di noi ha la sensazione che il pericolo che minaccia l'umanità sia lo stesso per tutti; questo è ciò che ravviva le riflessioni sul significato collettivo della nostra umanità, sulle forze e le debolezze che in essa risiedono, aprendo davanti a noi nuovi terreni d’incontro e di azione comune.

Il valore dell’essere umano risiede nella sua umanità, sostegno essenziale per la solidarietà e l’aiuto reciproco che caratterizzano l’uomo, attorno al quale sono organizzate tutte le associazioni di valore. La fede nella dignità dell'uomo e dei suoi diritti fondamentali esige una seria riflessione sulle sfide che l'umanità deve affrontare, facendoci sentire tutto il peso della responsabilità sulle generazioni future.

I tempi difficili che stiamo attraversando mettono alla prova l’umanità dell’essere umano, l’umiltà e l'impronta della fede, nonché la sua capacità di onorare il sacro: riusciremo? O falliremo?

Noi musulmani siamo custodi di un progetto che il Corano chiama "misericordia per i mondi": ecco perché è necessario perpetrare lo sforzo interpretativo giurisdizionale intorno alle questioni contemporanee, come nel caso della Zakat e della solidarietà sociale. Da questo si farà spazio il lancio del progetto di una "istituzione mondiale per la Zakat e la solidarietà ", in cui il concetto di Zakat serva da punto di partenza per la concretizzazione della misericordia sopraccitata, rappresentante l'obiettivo finale per cui Dio ha inviato i Suoi Profeti. Ravvivare questa responsabilità è far rivivere la natura primordiale in cui Dio ha creato gli uomini e che corrisponde alla vera religione nei suoi principi immutabili e nei suoi orientamenti.

Facciamo ora riferimento alla fatwa promulgata dagli ulema in cui si indica che versare la Zakat per soddisfare le esigenze dei più bisognosi con uno o due anni di anticipo è fortemente consigliato. Seguire questa fatwa è sicuramente meglio che aspettare il versamento dell’elemosina nel mese di Ramadan, alla fine del quale il suo ammontare quest'anno è stimato in più di 400 miliardi di dollari solo nel mondo islamico. È una cifra enorme che, messa insieme, aiuterebbe i poveri a salvare loro non solo la vita, ma anche la fede e l’onore, in un momento in cui perfino gli spostamenti sono diventati pericolosi, i luoghi di lavoro sono chiusi e i mezzi per guadagnarsi da vivere notevolmente ridotti. Questa situazione aggrava le difficoltà delle persone e limita ancor di più le condizioni di vita dei più poveri.

In questo nostro tempo in cui siamo abituati a credere nella capacità dell'intelligenza umana di innovare e inventare allo scopo di affrontare le sfide, dobbiamo invece fare appello alla complementarità tra le scienze naturali e le scienze umane, per essere in grado di distinguere quali sono le problematiche derivanti dalla conoscenza umana, tiranna quando si allontana dall'armonia con la natura. Abbiamo ora l'opportunità di dimostrare fino a che punto interagiamo per gestire la crisi in modo professionale e come cooperiamo attivamente per l’interesse comune, per alleviare le persone dagli effetti della povertà, della miseria e della malattia. È qui che assume importanza il ruolo del networking e del coordinamento tra energie positive; è qui che si manifesta il dovere di imparare dall'altro, e che possiamo agire insieme nello stesso spirito per ripristinare la fiducia persa o indebolita tra tutti, vecchi e i giovani, ricchi e poveri.

Ora come non mai è necessario riaffermare il ruolo della fede, che rafforza la pazienza e la capacità di recupero, che ci spinge a confortare gli altri e ad alleviare la loro sofferenza:

“Sicuramente vi metteremo alla prova con terrore, fame e diminuzione dei beni, delle persone e dei raccolti. Ebbene, da’ la buona novella a coloro che perseverano”. (Cor. 2, 155)

Guardiamo all'essere umano come parte del creato, non come un universo trascendente.

All'uomo è stata affidata la responsabilità della Terra e degli esseri che la abitano:

“In verità proponemmo ai cieli, alla terra e alle montagne la responsabilità [della fede] ma rifiutarono e ne ebbero paura, mentre l’uomo se ne fece carico. In verità egli è ingiusto e ignorante.” (Cor. 33, 72)

Chiediamo con pura sincerità la riconciliazione dell'uomo con la sua anima, con gli altri uomini e con la natura che lo circonda, e questo attraverso l’acquisizione di una profonda consapevolezza nell’essere responsabile per l’ambiente e la sua conservazione e per la riduzione dell'inquinamento, sotto tutte le sue forme e tutti gli eccessi. Chiediamo quindi di riorientare lo sfruttamento delle risorse naturali nella giusta direzione, di preservare i minerali e di lavorare a favore di un maggiore equilibrio e di una maggiore armonia tra le esigenze civili contemporanee e la protezione della vita naturale. Questa ambizione può essere realizzata solo sollecitando le istituzioni a lavorare per aumentare la spesa da destinarsi alla ricerca scientifica.

In particolar modo, il presente è propizio a rivelare la profondità umana della religione, a produrre un discorso di civiltà incentrato su valori umani comuni a tutti. L’umanità intera deve unire e coalizzare i propri sforzi e le proprie conoscenze per uscire da questa tragedia globale che ci colpisce tutti, indipendentemente da razza, colore o credo.

Tutti gli esseri umani sono figli di una singola civiltà, non importano le loro differenze culturali o etniche. I legami che uniscono gli uomini sono molto più numerosi delle ragioni che li dividono:

“Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne. E temete Allah, in nome del Quale rivolgete l’un l’altro le vostre richieste e rispettate i legami di sangue. Invero Allah veglia su di voi”. (Cor. 4,1)

Rendiamoci conto infine che siamo moralmente responsabili delle catastrofi causate dall’essere umano, o delle catastrofi naturali conseguenza dell'intervento umano e dagli squilibri del suo comportamento, come insegna il Corano:

“La corruzione è apparsa sulla terra e nel mare a causa di ciò che hanno commesso le mani degli uomini, affinché Allah faccia gustare parte di quello che hanno fatto. Forse ritorneranno [sui loro passi]?”. (Cor. 30,41)

Che Dio guidi il nostro sforzo.

I firmatari:

1- Al Hassan bin Talal – Presidente del Forum del Pensiero Arabo.

2- Abdullah Gül – ex Presidente della Repubblica di Turchia.

3- Per conto dell’Unione Mondiale degli Ulama’(IUMS), che raggruppa tutti i sapienti musulmani: il Presidente Shaykh Ahmed Abdul Salam Raissouni e il Segretario Generale Dr. Ali Al-Qaradaghi.

4- Per conto del Majelis Ulema’ Indonesia, che raggruppa varie organizzazioni e associazioni islamiche e sapienti indonesiani: il Segretario Generale Anwar ‘Abbas.

5- Arshad Hurmuzlu – Consigliere speciale dell’ex presidente turco.

6- Khalil al Khalil – ex membro del Parlamento, Arabia Saudita.

7- Sheikh al-Islam Allahchukur Pachazadé – Presidente dell’ufficio dei musulmani del Caucaso, Segretario Generale del Baku International Centre for Interfaith and Inter-Civilizational Cooperation, Azerbaigian.

8- Sheikh Abdullah al-‘Izzi – Repubblica Araba dello Yemen.

9- Sheikh Ikrimah Sabri - Imam-khatib della moschea al-Aqsa, Gerusalemme.

10- Dr. Hichem Grissa – Presidente dell’Università Ez-Zitouna, Tunisia.

11- Sheikh Abdul Karim Khasawneh – Mufti del Regno Hashemita di Giordania

12- Imam Yahya Pallavicini - Presidente della Comunità religiosa Islamica Italiana (COREIS), Ambasciatore ISESCO per il dialogo delle civiltà, membro del Consiglio Europeo dei Leader Religiosi

13- Prof. Dr. Muhammad Abdel-Haleem – Università di Londra

14- Pr.ssa Dr.ssa Azza Karam- Università di Vrije, Amsterdam, Olanda

15- Imam Izzeddin Elzir - Imam di Firenze, Italia

16- Dr. Syed Zafar Mahmood - Presidente della Zakat Foundation of India

17- Dr. Ali Hussein El-Zoghbi – Direttore della Federazione delle Associazioni Musulmane del Brasile

18- Per conto dell’associazione BAZNAS per la Zakat, Repubblica di Indonesia: il Presidente Prof. Dr. Bambang Sudibyo e il vicepresidente Dr. Zainulbahar Noor

19- Dr. Moh'd Abu-Hammour – Segretario Generale del Forum sul Pensiero Arabo