Novanta anni di vita in questa fase ciclica del tempo e del mondo! Che benedizione ricevere una educazione a sostegno di una funzione spirituale e accettare da bambino di interpretare un’autorità religiosa per un popolo di credenti e per una compagnia di monaci e discepoli mentre il mondo è partito per una tangente opposta a questo ordine di armonia universale.
Novanta anni di vita del Dalai Lama! La maggior parte di questa esistenza transitoria in questa terra è stata trascorsa in esilio in India e in viaggi e tappe di insegnamenti e meditazioni in giro per il mondo, tra Oriente e Occidente. Novanta anni di sacrificio alla ricerca di una autentica liberazione, un distacco dagli attaccamenti persino dalla giustizia della terra e della comunità di origine ma senza mai tradire il Principio che serve ogni ordine di realtà. I profeti nel monoteismo di Abramo ci hanno spesso insegnato questo valore e significato della vita e del sacrificio: Mosè e il suo popolo, Gesù e Maria, Muhammad, sono stati tutti oggetto, nelle varie fasi dell’infanzia e dell’età adulta, di esodi, esilii, migrazioni, discriminazioni, persecuzioni, ma anche di movimento, viaggi, pellegrinaggi, un distacco da un determinato spazio della terra o da una specifica appartenenza di famiglia per servire il rinnovamento integrale della terra e della famiglia come segni di Dio.
Il nostro maestro e fondatore, shaykh ‘Abd al-Wahid Pallavicini, nel 1986, ha avuto il conforto di incontrare il Dalai Lama ad Assisi per la preghiera mondiale delle religioni per la pace promossa da Papa Giovanni Paolo II e, nel 2016, ha salutato pubblicamente, per l’ultima volta, il Dalai Lama a Milano, città che ospita la nostra moschea centrale al-Wahid, dell’Unico. L’anno seguente ci lasciava in eredità la funzione di custodia e ritrasmissione del deposito “dell’insegnamento orale e segreto” a cui si fa riferimento nel libro “Nato in Tibet” come ritorno alle origini di un metodo di comunicazione e comunione tradizionale per evitare le persecuzioni delle orde del caos nella fine del ciclo.
Da voi maestri di un secolo di vita impariamo a mettere in pratica la consapevolezza che l’ingiustizia di alcuni individui mediocri e meschini è evidente ma non è mai questa ad essere la vera causa determinante dei movimenti dei profeti e dei maestri. Anche quando si guariscono le malattie dell’anima non è mai una dimensione fenomenica che trasforma il male in buona salute ma è il servizio ad una intenzione verso l’illuminazione che porta luce sulle tenebre. Forze oscure pretendono sindacare e interferire sull’eredità del Dalai Lama per solidificare e dissolvere la provvidenziale continuità operativa di una autorità spirituale e imporre la tirannia di un regno alternativo che non è neppure quello di questo basso mondo.
Buon compleanno Santità Dalai Lama, anche da parte della comunità religiosa islamica italiana che coltiva la disciplina della scienza sacra del Loto del Termine che è una stazione elevatissima del viaggio spirituale verso la Pace. Una meta che ci sforziamo di realizzare grazie alla guida dei maestri e all’obbedienza alle regole della tradizione. Preghi per noi e per la nostra rinascita interiore. Noi preghiamo che l’economia spirituale della sua benedetta eredità sia ben custodita e amministrata dalle nobili generazioni che sanno proseguire e obbedire nella regola del Buddha.
Abu Bakr Moretta, Presidente
Imam Yahya Pallavicini, Consiglio Guide Religiose