Un’elemosina mondiale dal mondo islamico

L’iniziativa del principe Hassan di Giordania ha già trovato molti sostenitori fra cui Giordania, Turchia, Gerusalemme, Arabia Saudita, Tunisia, India, Indonesia, passando per molte regioni del Centro Asia, dell’Europa, fino al Brasile


“In questi giorni critici per la storia dell’umanità a causa del Coronavirus, chiediamo di consolidare l’iniziativa presa dal principe El Hassan bin Talal attraverso il suo appello “La solidarietà e il risveglio della coscienza umana” e di concretizzare gli sforzi fatti a favore di un progetto “sull’universalità della Zakat (elemosina rituale)” al quale il principe della famiglia reale hashemita di Giordania richiama da molti anni, allo scopo di istituire un’organizzazione mondiale per la Zakat e il sostegno reciproco”.


Leggi la "Dichiarazione sull’iniziativa di solidarietà e sostegno umanitario per l’emergenza Coronavirus"


Così si afferma in un documento da poco reso pubblico su iniziativa del principe Hassan di Giordania e che ha già ricevuto la firma di alcune fra le principali istituzioni di tutto il mondo islamico per la creazione per la prima volta di un coordinamento mondiale per l’elemosina rituale, in arabo Zakat, che tutti i musulmani a breve verseranno nel mese di Ramadan, il cui inizio è previsto la prossima settimana.

Firmatari dall’Italia anche la COREIS Italiana con il presidente imam Yahya Pallavicini e l’imam Elzir di Firenze.

Si tratta di un progetto che, secondo i promotori, potrebbe portare ad un inedito coordinamento internazionale con il versamento in anticipo dell’elemosina, che quest'anno è stimato in più di 400 miliardi di dollari solo nel mondo islamico: “È una cifra enorme che, messa insieme, aiuterebbe i poveri a salvare loro non solo la vita, ma anche la fede e l’onore, in un momento in cui perfino gli spostamenti sono diventati pericolosi, i luoghi di lavoro sono chiusi e i mezzi per guadagnarsi da vivere notevolmente ridotti. Questa situazione aggrava le difficoltà delle persone e limita ancor di più le condizioni di vita dei più poveri”.

I 19 firmatari affermano che “in questa fase oscura della storia umana, spetta a noi riformare noi stessi attraverso la ricerca costante del beneficio tratto da una riflessione continua sulla verità della fede e della pace interiore, vegliare sull'integrità dei cuori e ravvivare la consapevolezza comune che ci spinge a rafforzare i valori che accrescono la dignità dell'essere umano, a prescindere da nazionalità, sesso, colore e religione”.

“Guardiamo all'essere umano come parte del creato, non come un universo trascendente. All'uomo è stata affidata la responsabilità della Terra e degli esseri che la abitano: “In verità proponemmo ai cieli, alla terra e alle montagne la responsabilità [della fede] ma rifiutarono e ne ebbero paura, mentre l’uomo se ne fece carico. In verità egli è ingiusto e ignorante.” (Cor. 33, 72)”