Baku ospita il II Summit dei Leader Religiosi Mondiali e lancia la "Baku Declaration"

14 novembre 2019

Baku ospita il II Summit dei Leader Religiosi Mondiali e lancia la "Baku Declaration"

Baku

Si è concluso ieri a Baku, in Azerbaijan, il secondo World Religious Leaders Summit che si è tenuto dal 14 al 15 novembre con la partecipazione di leader religiosi di oltre 70 paesi, 25 religioni di 5 continenti e circa 500 rappresentanti di alto livello del mondo politico, sociale, accademico e religioso.

I leader religiosi delle diverse tradizioni spirituali da tutto il mondo, tra cui per l'Italia l'imam Yahya Pallavicini presidente COREIS, si sono confrontati in due giornate di intensi lavori con la finalità di contribuire allo sviluppo delle relazioni interreligiose e quelle tra Stati e confessioni, per preservare la pace e la stabilità mondiale e un multiculturalismo fondato su valori di comprensione reciproca, fiducia, solidarietà e giustizia.

I Leader hanno espresso profonda preoccupazione per la falsificazione intenzionale dei valori religiosi da parte di gruppi terroristici ed estremisti, la discriminazione xenofoba, la difficoltà nel consolidare il dialogo globale e la solidarietà universale in un'epoca di grandi movimenti di migranti e rifugiati, con l'aumento dell'intolleranza per motivi religiosi ed etnici, i fenomeni del terrorismo e la distruzione del patrimonio mondiale culturale, spirituale e storico.

L'evento, tenuto in presenza del Presidente della Repubblica dell'Azerbaigian Ilham Aliyev e con l'importante partecipazione di S.S. il Patriarca di Mosca e di Tutta la Russia Kirill I, si è concluso con una Dichiarazione Finale, di cui di seguito riportiamo alcuni stralci in sintesi:

Baku Declaration

La "Baku Declaration", si apre facendo riferimento agli sforzi dei leader religiosi e ad alcuni eventi chiave nella direzione di una pace internazionale e interreligiosa:

  • il "Baku process" avviato dal capo di stato dell'Azerbaijan, con gli eventi internazionali organizzati nell'ambito degli anni del "multiculturalism and Islamic Solidarity" e il contributo del Baku International Center for Inter-Civilizational and Interfaith Cooperation (BCIC);

  • l'importante ruolo di S.S. il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill I nella cooperazione interreligiosa e nel mantenere la pace e la sicurezza su scala regionale e internazionale;

  • la visita apostolica di S.S.Papa Francesco in Azerbaijan nel 2016 e il "Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune" firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dallo Shaykh Ahmad al-Tayyib nel 2019;

  • il contributo di S.S. il Patriarca di tutta la Georgia Ilia II nel preservare l'antico patrimonio delle tradizioni etniche e religiose della Georgia, mantenendo la pace e la comprensione interreligiosa su scala regionale e internazionale;

  • le iniziative dell'Azerbaijan in cooperazione con le Nazioni Unite e il KAICIID (King Abdullah bin Abdulaziz International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue) nella promozione della conferenza internazionale sul tema delle ""Attività Congiunte di Leader Religiosi e Politici nel Contrastare i Discorsi di Odio nei Mass Media, nei Social Network e in altri mezzi";

  • la Dichiarazione "“Moving Towards Greater Spiritual Convergence Worldwide in Support of Equal Citizenship Rights” adottata nel 2018 alla Conferenza Mondiale tenuta presso l'Ufficio di Ginevra delle Nazioni Unite.

Dopo aver ripercorso queste tappe fondamentali, la "Baku Declaration" fa appello a tutti gli Stati, alle Nazioni Unite, alle Organizzazioni Internazionali e ai Leader Religiosi e Politici per realizzare le seguenti finalità:

  • promuovere la cooperazione interculturalee interreligiosa;

  • prendere misure efficaci per prevenire il terrorismo, il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo, l'islamofobia e la cristianofobia;

  • considerare ogni atto di terrore in nome della religione come un atto di terrore contro tutte le religioni;

  • prevenire i tentativi dei terrorismi di usare i sacri valori delle religioni per realizzare le loro malvagie aspirazioni;

  • incrementare la cooperazione per prevenire la diffusione di ideologie e propagande che promuovono la violenza razziale, religiosa ed etnica attraverso i canali dell'informazione e di internet, incoraggiando invece l'educazione della cittadinanza e delle nuove generazioni in quest'ambito;

  • sviluppare il dialogo globale sulla prevenzione delle minacce alla stabilità e sicurezza internazionale attraverso il ruolo centrale di coordinamento delle Nazioni Unite;

  • riconoscere che i conflitti armati, le persecuzioni e le violenze sono tra i fattori che danno origine a larghi movimenti di rifugiati e indirizzarsi alle radici di tali crisi per prevenire o risolvere i conflitti con mezzi pacifici;

  • compiere sforzi concreti per prevenire provocazioni e violenze nei templi sacri di tutte le religioni, incluso il luogo sacro delle religioni del monoteismo abramico, Gerusalemme;

  • sostenere il rispetto della Carta delle Nazioni Unite, dei principi universalmente riconosciuti e delle norme di diritto internazionale, in particolare l'uguaglianza tra stati sovrani, l'integrità territoriale e l'inviolabilità dei confini per contribuire ad una equa e pacifica risoluzione dei conflitti mondiali in corso;

  • lavorare insieme per promuovere la cultura dell'accettazione e del rispetto delle differenze religiose, culturali ed etniche in accordo con la Carta dell'UNESCO;

  • rispettare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo e incoraggiare la cooperazione del mondo religioso, laico e scientifico e delle figure pubbliche per promuovere la protezione dei diritti umani, dei diritti delle donne e dei bambini.

Tra i numerosi partecipanti da oltre 70 Paesi, ricordiamo:

Italia: imam Yahya Pallavicini presidente COREIS; Israele: rabbi Shlomo Amar rabbino capo sefardita di Gerusalemme; Kuwait: Abdullah Almatouq consigliere speciale presso il Segretariato Generale delle Nazioni Unite; Russia: Patriarca Kirill, Patriarca di Mosca e di Tutta la Russia, Metropolita Illarion del Patriarcato di Mosca, Talgat Tadzhuddin Gran Mufti di Russia, Ravil Gaynutdin presidente del Consiglio dei Mufti della Federazione Russa, Nafik Ashirov presidente della Spiritual Admministration of Muslim of the Asian part of FR; Vaticano: Khaled Akashesh capo dipartimento per il Dialogo con l'Islam nel Consiglio Pontificio; Regno Unito: Seyed Saheb al Khoei presidente della Khoei Foundation; Giappone: Ryushin Azuma capo abate della scuola Soto Buddismo Zen Daijoji Temple; Giordania: Nabil Haddad direttore della Taayush co-existence organization; Emirati Arabi Uniti: Alsayed Ali al Hashim Consigliere del Presidente degli Emirati Arabi Uniti; Francia: Mohammed Bechari segretario generale del Consiglio Islamico Europeo; India: swami Divyatej rappresentante personale del fondatore della Art of Living foundation Shri-Shri Ravi Shankar; Svizzera: rabbi Izhak Dayan rabbino capo di Ginevra e membro del Congresso dei rabbini europei; Cina: Yuan Zhihong vicepresidente dell'Associazione Taoista di Cina; Egitto: Shawki Ibrahim Allam Gran Mufti d'Egitto; Algeria: Bouabdellah Ghlamallah presidente dell'Alto Consiglio Islamico della Repubblica d'Algeria; Kazakhstan: presidente della Spiritual Administration of Muslim of Kazakhstan, supremo Mufti del Kazakhstan; Malesia: Mujahid bin Yusof Ministro nel Dipartimento degli Affari Religiosi; Romania: Muurat Yusuf Mufti della Comunità Islamica di Romania; Finlandia: Atik Ali presidente del Forum Nazionale per la Cooperazione delle Religioni in Finlandia; Lituania: Romas Jakubauskas presidente del Centro Spirituale dei Musulmani Sunniti della Lituania; Bosnia: Safet Softic Gran Mufti di Bosnia; Indonesia: Mohammed Syamsuddin presidente della commissione di Consiglio del Consiglio Indonesiano degli Ulama, Anggia Erma Rini presidentessa della Nahdlatul Ulama Fatyat; Bulgaria: Mustafa Alish Hadzhi Gran Mufti di Bulgaria; Turchia: Ali Erbas Presidente degli Affari Religiosi della Turchia; Ungheria: Zoltan Szabolcs Sulok presidente del Congresso Islamico Ungherese; Estonia: Ildar Muhhamedsin Mufti di Estonia; Senegal: Mansour Niass consigliere per gli Affari Religiosi del Presidente della Repubblica del Senegal; Croazia: Aziz Hasanovic Gran Mufti di Croazia; Ukraina: Akhmed Tamim Gran Mufti di Ukraina; Serbia: Abdullah Numan Gran Mufti di Serbia; Slovenia: Nedzad Grabus Gran Mufti di Slovenia; UNAOC: Faisal al Muaammar segretario generale UNAOC; ISESCO: Abdulaziz Al Twaijri già Direttore Generale; KAICIID: Mohamed El Sammak membro del consiglio direttivo; IRCICA: Halit Eren direttore generale.