Pahalgam. Il 23 aprile uomini armati hanno aperto il fuoco contro un gruppo di turisti in Kashmir. La maggior parte dei turisti uccisi era indiana, dicono le autorità. La polizia ha attribuito l'attacco a gruppi di miliziani che lottano contro il controllo indiano di Baisaran, a circa 5 chilometri dalla località turistica di Pahalgam. Mirwaiz Umar Farooq, un rappresentante musulmano del Kashmir, ha dichiarato sui social media che “tale violenza è inaccettabile e contraria all'etica del Kashmir, che accoglie i visitatori con amore”.
Narendra Modi (Primo Ministro dell’India): “Questo vile attacco non resterà impunito. I nemici dell’umanità che prendono di mira pellegrini innocenti saranno perseguiti ovunque si trovino.”
Shehbaz Sharif (Primo Ministro del Pakistan): “Respingiamo le accuse infondate dell’India. Il Pakistan condanna ogni forma di terrorismo e rifiuta la strumentalizzazione di tragedie per giustificare aggressioni.”
Operazione Sindoor – 7 maggio 2025
Ministero della Difesa indiano: “L’India ha esercitato il suo diritto all’autodifesa, colpendo siti che ospitavano militanti responsabili del massacro di civili a Pahalgam.” Il Ministero della Difesa indiano ha giustificato l'operazione come una risposta proporzionata e mirata contro gruppi terroristici responsabili dell'attentato di Pahalgam.
Shehbaz Sharif (Primo Ministro del Pakistan): “L’attacco missilistico indiano è un atto di guerra. Abbiamo autorizzato l’esercito a rispondere con forza per difendere ogni centimetro del nostro territorio.”
Reazioni internazionali
António Guterres (Segretario Generale ONU): “Invitiamo India e Pakistan ad astenersi da ulteriori provocazioni e ad agire con responsabilità.”
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che i recenti attacchi indiani contro obiettivi in Pakistan e nel Kashmir controllato dai pakistani sono stati una “vergogna”, parlando con i giornalisti alla Casa Bianca. “India e Pakistan fermino gli scontri. Sono pronto ad aiutare”.
Il Cremlino ha espresso “estrema preoccupazione” per le ostilità tra India e Pakistan e ha invitato i due Paesi a ricorrere rapidamente a negoziati per risolvere i contrasti. “Invitiamo entrambe le parti a dar prova di moderazione e ad adottare rapidamente metodi negoziali per risolvere tutte le divergenze”, ha sottolineato il portavoce presidenziale russo, Dmitry Peskov.
La COREIS Comunità Religiosa Islamica Italiana e l’Unione Induista Italiana UII piangono le vittime dell’escalation di violenza che sembra attraversare ogni parte di questo nostro mondo. Cogliamo con profonda preoccupazione la crescente tensione tra India e Pakistan a seguito dello scellerato attacco omicida di Pahalgam il 22 aprile scorso.
Condanniamo insieme ogni atto di terrorismo e ogni atto di discriminazione passato, presente e futuro, soprattutto quando vengono strumentalizzate le religioni per alimentare il caos e la follia di alcune agende di fondamentalismo ideologico e criminale.
Condanniamo insieme ogni forma di propaganda che fomenta lo scontro tra civiltà strumentalizzando una identità religiosa in contrapposizione all’altra.
Prendiamo le distanze dall’ipocrisia dei Capi di Stato che predicano moderazione in Asia mentre proseguono invasioni e bombardamenti in Europa e in Medio Oriente e boicottano il contributo dell’ONU, della Corte penale internazionale e degli aiuti umanitari in zone di carestia.
Invitiamo al rispetto della sacralità e dignità della vita che appartiene al patrimonio del millenario pluralismo religioso in India e Pakistan.
Invitiamo al rispetto responsabile delle giurisdizioni nazionali, dei confini e dell’integrità territoriale per ogni popolo e Stato.
Preghiamo che i Governi di India e Pakistan non cedano alla tentazione della guerra e dell’odio.
Preghiamo che non cedano alla trappola del populismo falsamente identitario e dell’esclusivismo radicale e settario così distanti dalla sapienza santa custodita nell’Induismo e nell’Islam, le due Tradizioni sacrali che ispirano la spiritualità nel ciclo dell’umanità.
Preghiamo che coloro ai quali è affidata la responsabilità di proteggere e far prosperare il proprio popolo e il proprio Paese si sottraggano alla logica perversa di una spirale discendente in quella che rischia di essere una folle concatenazione di azioni e reazioni prive di saggezza.
Preghiamo che gli uomini e le donne consacrati all’insegnamento e alla pratica della Tradizione, indù e islamica, sappiano far prevalere una visione superiore di Unità e Armonia oltre le opposizioni, che possa esaurire, o almeno porre un argine, alle sempre più “cattive” ragioni e forze dell’odio e del disordine che vediamo operare in tutto il mondo.
Operiamo per una pacificazione in noi stessi e verso ogni creatura che estingua lo pseudo principio della contrapposizione ad ogni costo che mette a rischio non solo i popoli di India e Pakistan, ma tutti gli uomini e le donne che abitano il nostro pianeta.
Musulmani e indù in Italia, COREIS e UII testimoniano il valore di una fratellanza, amicizia e collaborazione interreligiosa a beneficio di tutta la cittadinanza che negli anni ha reso possibile una proficua interazione culturale e spirituale in molteplici iniziative.
Questo modello di coesione nel pluralismo religioso d’Italia vuole rappresentare un modello di civiltà tra comunità religiose, cittadinanza e Istituzioni che auspichiamo anche il nostro Governo voglia aggiornare, valorizzare, estendere e riconoscere in questi momenti cruciali che stanno segnando la storia del mondo e del nostro Paese.
Abu Bakr Moretta
Presidente COREIS Italiana
Imam Yahya Pallavicini
Consiglio Guide Religiose COREIS
Avv. Franco Di Maria
Presidente UII
Svamini Hamsananda Ghiri
Vice-presidente UII
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