ICESCO: riflessioni di Ramadan. Inizia il segretario generale di Rabita Mohammadia

Pubblicato il 21 aprile 2021

ICESCO: riflessioni di Ramadan. Inizia il segretario generale di Rabita Mohammadia

In occasione del mese benedetto del Ramadan, l'Organizzazione Mondiale per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (ICESCO) trasmette, per il secondo anno consecutivo, il programma "Ramadan Whiffs and Intellectual Sparks", durante il quale illustri personalità intellettuali e religiose contribuiscono al rinnovamento del pensiero, al dialogo civico e al consolidamento dei valori religiosi basati sulla pace, la tolleranza e la convivenza tra le società.

Imam Yahya Pallavicini


Dottor Ahmad Abbadi

Segretario Generale Della Lega Mohammedia del Regno del Marocco. Riportiamo di seguito la traduzione dall'arabo all'italiano dell'intervento pronunciato nel video.

Preghiamo che Allah () faccia terminare la prova della pandemia e sostituisca l’ambiente attuale con un ambiente benedetto che renda facili le relazioni dei rapporti umani, della preghiera nella moschea, del pellegrinaggio, e di tutte le opere di adorazione che partecipano di questo mese.

Ma come dicono i sapienti, “il fatto che non riusciamo a fare tutte le cose non significa che dobbiamo abbandonare tutto quanto”.  

Il mio intervento verterà sull’essenza della religione, che si esprime attraverso la parola dei Messaggeri di Dio, a cominciare dal Profeta Muhammad ().

Essi sono venuti per insegnare agli uomini come impiegare nel modo migliore le loro energie in conformità con la volontà divina e le necessità della realtà, per guadagnarsi la soddisfazione di Allah e raggiungere la felicità in questa vita e nell’Altra, individualmente e collettivamente.

 Acquisire questa doppia felicità è sempre stata la funzione dei sapienti religiosi, i quali hanno cercato la visione di questa essenza della religione, quella stessa essenza che viene rappresentata  in versetti come «Ta-Ha,  Non abbiamo fatto discendere su di te il Corano per farti soffrire» (Corano, XX, 1-2), oppure «Di’: “Del favore di Dio e della Sua misericordia, di questo si rallegri la gente, è cosa ben migliore delle ricchezze che ammassate”» (Corano, X, 58).

È verso questa essenza che siamo orientati grazie alla struttura dell’ultima religione rivelata, che Allah ha descritto dicendo: «In questo giorno vi ho reso perfetta la vostra religione e ho compiuto su voi i Miei favori e Mi è piaciuto darvi come religione l’Islam» (Corano, V, 3).

La felicità non si può dunque raggiungere se non tramite il monoteismo, la purificazione, la comunicazione, la civiltà, la giustizia, il discernimento, la beneficenza e l’azione. Quell’azione che rende concreta la civiltà e che deve integrarsi alla sapienza.

L’essenza della religione consiste ancora nell’ordinare tra di loro tutte le dimensioni dell’essere umano: il corpo, la ragione, la dimensione spirituale, conformemente alle più belle qualità ispirate dalla  «indole nobilissima» del Profeta (Corano, 68, 4), «esempio buono per chi spera in Dio e nell’ultimo giorno, per chi spesso ricorda il nome di Dio» (Corano XXXIII, 21).

Il Profeta rappresenta l’unità di misura alla quale si riconducono tutte le qualità umane.

Queste sono le funzioni assunte ciascun giorno, ciascun mese, ciascun anno, da ciascun uomo.  Ma la concentrazione offerta in questo mese di Ramadan ci permette di allontanarci dalle alterazioni, ovvero da tutte le sovrastrutture inutili anche nelle nostre abitudini, così da poterci concentrare sull’essenziale.  

Ci asteniamo e ci sbarazziamo del cibo, delle bevande e di altre cose per lasciare spazio a tutte le capacità di concentrazione nella direzione di questa funzione essenziale: essere servitori di Allah.

Questa concentrazione di Ramadan si può paragonare all’immagine di Al-Buraq che porta l’uomo verso queste presenze, con la facilità resa possibile sia da questa concentrazione individuale che dal ritiro comunitario da parte di miliardi di musulmani, tutti orientati verso la stessa finalità.  

Il mese di Ramadan offre questa grazia e di più ancora: essere perdonati e salvati dal fuoco infernale.