Il concorso dell’Islam d’Europa alla Pentecoste Cristiana Ortodossa

Pubblicato il 13 giugno 2022

Il concorso dell’Islam d’Europa alla Pentecoste Cristiana Ortodossa

Dopo Kiev, missione di sensibilizzazione escatologica a Gerusalemme

La scorsa settimana l’Università Bar Ilan in Israele ha ospitato l’incontro internazionale annuale di INIRE (International Network for Interreligious Research and Education) sul tema Religioni e Migrazioni.

Il Presidente della COREIS imam Yahya Pallavicini è stato invitato a intervenire in due sessioni accanto a frate Nikodemus Schnabel, al rabbino Shabtai Rappaport, al rabbino Shlomo Dov Rosen e al rabbino Sharon Shalom, il primo rabbino di origine etiope riconosciuto dallo Stato d’Israele.

Università Bar Ilan su Religions and Migration con rabbi Shlomo Dov Rosen e rabbi Shabtai Rappaport

Da parte cristiana la relazione si è soffermata sull’intensa mediazione nei servizi di accoglienza e di accompagnamento dei migranti e dei rifugiati nel processo di inclusione sociale e ha ricevuto qualche osservazione critica da parte ebraica su una visione ritenuta troppo ideale e poco consapevole di alcune complessità e criticità. Le testimonianze ebraiche si sono alternate presentando alcuni paradossi per la minoranza ebraica di origine etiope oggetto di discriminazione, difficoltà di riconoscimento e offerte di conversione dal rabbinato d’Israele e altri insegnamenti storici che legittimano la difesa dell’identità del popolo ebraico da contaminazioni con estranei.

Università Bar Ilan a Tel Aviv, tavola rotonda su Religioni e Migrazione. Imam Yahya Pallavicini con frate Schnabel e rav Sharon Shalom

La testimonianza islamica si è soffermata su due prospettive: principi dottrinali su migrazione e religione e applicazioni nell’attualità dell’Europa. Il riferimento tratto dai versetti del Sacro Corano sull’ospitalità e la scoperta dell’identità dei visitatori del profeta Abramo è stato accompagnato da altri passi della dottrina islamica sul valore simbolico dell’intenzione nell’emigrazione e sull’esperienza della prima comunità musulmana emigrata in Abissinia e a Madinah. L’unità storica della comunità musulmana tra autoctoni e immigrati accanto a membri di varie confessioni religiose può rappresentare tuttora un modello virtuoso di rispetto fraterno e di pari dignità e libertà religiosa ma anche di sviluppo e lealtà all’identità nazionale.

Qualche perplessità è stata espressa dall’imam Yahya Pallavicini su alcuni riferimenti degli altri relatori sul concetto di “identità etnica” utilizzato come elemento di associazione religiosa o di discriminazione giuridica che rischia di provocare fratture “culturali” all’interno di una stessa comunità spirituale e interpretazioni diseguali sul piano del diritto alla cittadinanza. L’errore di confondere per decenni una identità religiosa soltanto con una cultura straniera (o immigrata) si accompagna al rischio di creare una moltiplicazione di Istituzioni indipendenti da un coordinamento di verifica sapienziale e spirituale.

Quest’ultimo tema è stato ripreso nell’udienza che Sua Beatitudine il Patriarca cristiano ortodosso Theophilos III della chiesa di Costantinopoli a Gerusalemme ha concesso all’imam Yahya Pallavicini giovedì 9 giugno. Il recente scisma di una parte della chiesa cristiana ortodossa in Ucraina che si separa dalla filiazione russa e mantiene la sua autonomia dalla chiesa di Costantinopoli è un triste esempio di una fase di disunità tra fedeli e rappresentanti del Cristianesimo in Europa che rischiano di essere ostaggio di logiche temporali e nazionali.

L'imam Yahya Pallavicini con IlhamAllah Ferrero incontrano Sua Beatitudine il Patriarca Theophilos III

In rappresentanza del Consiglio EULEMA dei leaders musulmani d’Europa che riunisce anche i mufti della Lituania, Estonia, Romania, Ucraina, il presidente Pallavicini ha voluto esprimere la sua preoccupazione per la tenuta spirituale dei credenti in Europa accusati ingiustamente di essere tutti corrotti dalla secolarizzazione dissacrante e dal pensiero liberale che viene demonizzato da alcune sette tradizionaliste e ultraortodosse.

L’invito a rivolgere al Patriarca Kyrill una testimonianza interreligiosa, Europea e Gerolosomitana che faccia da argine ad alcuni recenti scatenamenti di falso millenarismo e di apologia di una interpretazione di una forma religiosa esclusiva è stata proposta dall’imam Yahya Pallavicini anche nella triste consapevolezza di un errore simile fatto dalle orde jihadiste e inquisitorie nella loro utopia califfale e di barbarie antimperialista. Il custode Patton dell’ordine dei Francescani di Terra Santa e il Patriarca Cattolico di Gerusalemme Pizzaballa hanno ascoltato questo invito rimandando alla preghiera e alle opportune preparazioni in altra sede neutrale.

Incontro con il Custode Francescano di Terra Santa Patton

Incontro con il Patriarca cattolico di Gerusalemme  dei Latini Mons. Pierbattista Pizzaballa

Gli incontri con le autorità cristiane a Gerusalemme sono stati anche l’occasione di esprimere le condoglianze ai cattolici vilipesi e attaccati durante la santa messa di Pentecoste in Nigeria. Davvero una bestemmia uccidere alcune famiglie di credenti durante la loro comunione rituale nel giorno che persino la dottrina del sacro Corano sembra poter alludere, seppure in ben altra forma, quando descrive la discesa dello Spirito nella Tavola imbandita per gli apostoli di Gesù figlio della vergine Maryam.