Draghi: “Religioni messaggio di amore”

Pubblicato il 15 settembre 2021

Draghi: “Religioni messaggio di amore”

Il G20 delle religioni concluso a Bologna dal Presidente del Consiglio

In attesa del G20 tra capi di Stato previsto per fine ottobre a Roma, si è chiuso ieri a Bologna il G20 delle religioni, Interfaith Forum, un evento collaterale di tre giorni che ha visto la partecipazione di guide religiose da 70 paesi impegnate in 32 sessioni di lavoro, grazie al coordinamento tecnico della Fondazione per le scienze religiose (FSCIRE) di cui il prof. Alberto Melloni è l'attuale segretario.

“Il fatto che il premier Mario Draghi sia intervenuto di persona ad un evento dedicato al dialogo interreligioso mi sembra un segno rilevante di una sensibilità istituzionale per nulla scontata del nostro Governo verso il dialogo e la conoscenza tra religioni” ha affermato il presidente della COREIS, imam Yahya Pallavicini, a margine di un incontro con Draghi a cui ha preso parte anche il patriarca ortodosso ecumenico Bartolomeo.

Un’attenzione del premier confermata anche dal suo intervento, che dopo aver ripercorso alcuni eventi chiave del dialogo interreligioso da parte cattolica come la Dichiarazione Nostra Aetate e l’incontro ecumenico di Assisi del 1986, ha menzionato anche le iniziative del mondo islamico come il documento “Una Parola comune tra noi e voi: l'amore per Dio e per il prossimo”, la lettera firmata nel 2007 da 138 sapienti del mondo islamico, tra cui anche l’imam Pallavicini, inviata a tutte le autorità del cristianesimo nel mondo.
La religione deve essere un messaggio di amore” ha concluso in questo senso il presidente del Consiglio italiano.

Il Mufti Mustafa Ceric da Sarajevo e l’Arcivescovo Metropolita di Bologna Matteo Maria Zuppi.

Sempre ieri 14 settembre si sono svolte alcune sessioni che hanno messo allo stesso tavolo le nostre istituzioni italiane e alcune delle più autorevoli voci del mondo islamico a livello internazionale. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha dialogato con Salim al Malik, il direttore generale dell’ICESCO (Islamic World Educational, Scientific and Cultural Organization), mentre la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha discusso di coesione sociale con il ministro della Giustizia e Affari Religiosi del Regno del Bahrein, Khalid bin Ali Al Khalifa, il sottosegretario agli Affari religiosi del sultanato dell’Oman, Mohammed Al-Mamari e il presidente del Consiglio Mondiale delle Comunità Islamiche, Ali Rashid Al Nuaimi, dagli Emirati Arabi Uniti. 
Unanime è stato il richiamo alla netta distinzione tra autentiche religioni e la loro blasfema strumentalizzazione a fini di egemonie personali e lotte armate tra fazioni.

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi con l’imam Yahya Pallavicini.

Il tema del Mediterraneo come “frontiera di Pace” è stato al centro del dibattito presieduto dal presidente della CEI Gualtiero Bassetti insieme all’imam Pallavicini e, fra gli altri, Angaelos, rappresentante di Papa Tawadros II della Chiesa Copta Ortodossa.

Nei tre giorni di incontri non sono mancati anche momenti di raccoglimento e meditazione, specialmente la prima sera, l’11 settembre, quando le preghiere recitate dalle guide religiose si sono rivolte a tutte le vittime che hanno subito atrocità nei luoghi di culto di buddisti, ebrei, cristiani e musulmani. Luoghi di culto che, come è stato più volte ribadito, dovrebbero invece essere solo spazi da difendere e preservare come strumenti di contemplazione, conforto e Pace.

Dopo la lettura della Bibbia, shaykh Muhammad Ismail (UK) ha recitato alcuni versetti del Corano che richiamano al senso della vera fratellanza, prendendo spunto dall’esempio negativo di Abele e Caino. A seguire anche alcune invocazioni all’Unico Dio da parte del neo eletto mufti di Sarajevo, Nedžad Grabus, e da shaykh Jamai dall’Iran per tutte le vittime tra i musulmani sciiti.