Sermoni

Distruzione degli idoli

Dì: “La verità è giunta, la falsità è svanita, la falsità è cosa che svanisce”.

Surat al-Isra’, il viaggio notturno. XVII: 81


O credenti, la tradizione islamica narra che un giovedì nell’ottavo anno hijri, durante l’ultima decade di Ramadan, il Profeta Muhammad, sallAllahu ‘alayhi wa sallam, fece ingresso a Makkah, armato, sul dorso della sua cammella Qaswa. La prima ritualità che compie è quella di toccare con il proprio bastone la pietra nera incastonata nell’angolo nord-orientale della Ka’ba, magnificando il Nome di Allah. Progressivamente si intona da parte delle poche migliaia di compagni musulmani l’orazione Allahu akbar che viene recitata sempre più intensamente finché il profeta fa cenno di smettere. Dopo aver compiuto le sette circoambulazioni intorno alla Ka’ba, il Profeta si rivolge agli idoli delle tribù arabe pagane che circondavano il santuario. Sono 360 idoli, uno per ogni grado di una larga circonferenza che sembra cingere illusoriamente e universalmente il centro spirituale. Il Profeta () fa un lento giro puntando con il bastone ogni totem e intona il versetto della Rivelazione recitato oggi: Wa qul ja’a al-Haqqu wa zahaqa al-baTilu inna al-baTila kana zahuqan. Terminata questa recitazione ogni idolo, si sgretola, uno dopo l’altro, facendo cadere la propria testa. (Al-Bukhari e Muslim, commentario di al-Razi).

Che “potere” avevano e continuano ad avere gli idoli che occupano una circonferenza di 360 gradi intorno alla Ka’ba? Questa circonferenza pretende di creare un’alternativa al centro e destabilizza il movimento rituale del pellegrinaggio che anziché seguire un verso concentrico segue una circolazione orizzontale antitetica al centro.

E che potere hanno le armi indossate dal profeta al suo ingresso a Makkah? E che potere ha la cammella Qaswa che fedelmente sostiene il profeta da Madinah al suo ritorno? E che potere ha il bastone con il quale prima viene toccata la pietra nera e poi vengono puntati tutti gli idoli? E che potere ha la Rivelazione di sgretolare tutti gli idoli?

Il potere degli idoli è quello di suscitare dal nulla un culto alla falsità. Il potere degli strumenti della tradizione è quello di articolare la vittoria della Verità e manifestare il nulla di ciò che è nulla.

Ja’a al-Haqqu wa zahaqa al-baTilu inna al-baTila kana zahuqan, La verità è giunta, la falsità è svanita, la falsità è cosa che svanisce.

Per i compagni del Profeta che intonano con un crescendo la formula Allahu Akbar basta un cenno del Profeta per modulare il loro ritorno al silenzio e alla testimonianza del tawaf e delle distruzioni del cerchio dei 360 idoli. Essi sono testimoni dell’ingresso di Muhammad come profeta e governatore di Madinah a Makkah, armato del bastone della profezia che sconfigge i serpenti e gli idoli e armato degli strumenti della giustizia temporale. I compagni del profeta lo avevano già visto arrivare in precedenza sulla cammella Qaswa a Madinah e lasciare a questo animale la scelta della nuova residenza del Profeta, la residenza del governatore. Ora lo accompagnano mentre compie il pellegrinaggio e insegna loro i riti ripristinando il culto purificato dall’idolatria. Il profeta compie prima i riti di onore alla Casa di Allah e poi distrugge gli oggetti del paganesimo che, come la Rivelazione recita, svaniscono nel nulla.

Che potere avrà mai il nulla? Ha il potere dell’illusione di occultare la Verità e tentare, tramite una molteplicità di 360 suggestioni, di formare una circonferenza alternativa alla meta, all’interno del santuario, all’interno dello spazio del pellegrinaggio. Così i pellegrini che vanno verso il centro vengono deviati sulla circonferenza e l’antitradizione inventa il pellegrinaggio alla circonferenza con tanto di rituali e dottrine scaramantiche e fenomeniche. Eppure il Centro è là, poco distante, ma bisogna superare questa barriera di mostri che catalizzano e scatenano le influenze sottili e intermedie e cercano di separare i credenti dal Centro. Separare i credenti dal Centro corrisponde anche a disunire l’integrità del credente con associazioni e dissociazioni sproporzionate sia sul piano orizzontale che verticale, esteriore ed interiore, fisico, animico e spirituale.

Contro questa muro sembrerebbe impossibile passare anche perché è convinzione diffusa che il muro sia il Centro mentre altro non è se non l’ostacolo al compimento del pellegrinaggio verso il Centro. E il muro è spesso anticipato da altre muraglie che sembrano rendere più accattivante l’avventura del viaggio del turista spirituale e più complesso il pellegrinaggio del credente in Allah.

Il Profeta passa oltre questo muro, concentrato e armato, verso la Ka’ba. Il muro e le muraglie precedenti vengono oltrepassate come se non ci fossero. Questo perché il Profeta () guida i suoi compagni increduli ma profondamente credenti al miracolo di far prevalere ad ogni passo e in ogni sosta la Verità sulla falsità in modo da anticipare ogni volta e progressivamente la realizzazione della meta e il superamento delle muraglie.

Il Profeta () è l’unico che ha già visto il Centro non come appare al pellegrino ma come appare a colui che si eleva dal centro verso il Signore della Casa. Il Profeta () conosce la Realtà del Centro e del suo Signore e la fa riconoscere ai suoi benedetti compagni.

Allah akbar, Allah akbar, Allah akbar.

Cari fratelli e sorelle,

la guida del Profeta è l’unica conduzione che permette di superare gli ostacoli come se si superasse il nulla.

Una intera circonferenza di 360 gradi di idoli svanisce davanti al bastone del Profeta che li punta ad uno ad uno e tutti insieme, davanti ad un versetto specifico, svaniscono tutti al suolo senza lasciare traccia di essere stati forse, fino a un istante prima, una muraglia insormontabile per i commercianti che erano attratti a Makkah da facili guadagni e da culti di potere personale.

La conduzione profetica permette alla Rivelazione di far svanire la falsità del culto, la falsità dell’ostacolo. I credenti musulmani sono coloro che credono nel potere del profeta e in quello della Rivelazione di annullare gli ostacoli e le illusorie alternative alla Verità. C’è solo la Verità di Allah, non c’è altra verità, come non c’è alcun ostacolo alla realizzazione della vera fede e al compimento della Sua volontà. C’è solo la Verità di Allah, non c’è altra volontà al di fuori della Sua Verità.

Le potenze delle illusioni dei 360 idoli tornano ad essere nulla, svaniscono, perché sono sempre state solo nulla rispetto al Centro, al cerchio e ai raggi. Svaniscono nel nulla perché sono nulla e il Profeta () mette in evidenza la realtà del nulla, la realtà del pellegrinaggio e la realtà del Centro spirituale con la Casa di Allah. A questa conduzione servono il bastone della profezia, la spada del discernimento temporale tra bene e male e la cammella dalla sensibilità per l’orientamento ispirato e dalla forza di sostenere nell’elevazione il proprio nobile ospite.

Da un lato, il nulla con le sue 360 contraffazioni effimere e, in tutta la manifestazione senza alcuna esclusione, c’è l’immanenza dei segni e delle dinamiche della Volontà di Allah articolate per i credenti tramite la conduzione del Profeta che insegna a leggere i segni della Rivelazione e a beneficiare dei mezzi della religione. E la miscredenza? Svanita nel nulla. E il demonio e i jinn? Contemplati nella volontà di Allah e sottomessi nel rigore della maestria spirituale, sia come eredità della profezia che come disciplina di giustizia e servizio nel mondo.

E i compagni del Profeta () e gli idolatri e i convertiti di seconda generazione e gli ipocriti? Partecipano del teatro sacro con articolazioni e modulazioni complesse.

Per il credente musulmano alcuni insegnamenti possono essere di sostegno alla sua interpretazione virtuosa. Occorre evitare l’estetismo e l’essenzialismo. L’errore di associare un mezzo al fine consiste nel subire un’attrazione eccessiva per la cammella, il bastone, gli idoli, la distruzione, la pietra nera, la formula coranica, il movimento del profeta, il coro e il silenzio dei compagni, dimenticando l’opportunità provvidenziale che questi strumenti permettono per guidare e accompagnare alla conversione e al cambiamento e all’elevazione e alla conoscenza. L’errore opposto, ma su un piano peggiore, è quello di negare il contributo di tutti o di alcuni mezzi della tradizione, scelti arbitrariamente, e consiste nel subire l’orgoglio di un metodo solitario di purificazione ideologica nel quale si pretende di condurre una ricerca e una ossessione solo sull’essenza della vita e della divinità.

Per eccesso o per difetto, il miscredente contrappone il proprio metodo a quello della Volontà divina e della conduzione profetica, esasperando il potere delle cose e delle forme oppure il potere dell’essenza e della teoria e si sottomette alla fenomenologia e alla padronanza di un aspetto rispetto all’integralità della Verità. Occorre invece mantenere la priorità e l’attrazione per la meta e per l’essenza, imparando a servire ogni mezzo, forma, occasione e istante che la Misericordia di Allah e il rigore del profeta ci offrono. E poi occorre abbandonare ogni priorità, attrazione e servizio quando la Volontà di Allah e la maestria del profeta fanno un cenno di sospensione esteriore e far prevalere il segreto interiore della contemplazione di Allah nel cuore. Da questa disciplina il musulmano impara la concentrazione per l’Ora e nell’istante e compie, grazie al Profeta (), il superamento della circonferenza magica degli idoli ma anche di se stesso, realizza la pienezza del pellegrinaggio nella vita e, finalmente purificato, nella Casa di Allah.

Allora e ancora, se Allah vuole, in-sha’Allah, Allah è soddisfatto di Se Stesso, come sempre.


Imam Yahya